DALL’ARCHIVIO DEL DIRETTORE
STORIA DI MURLO
Rubrica di articoli “storici” che nessuno ricorda più.
Negli anni Ottanta il fermento attorno a Murlo è stato molto, e a fine anni Ottanta, con l'apertura del Museo, il nostro territorio è salito agli onori della cronaca anche internazionale. Non vogliamo certo fare paragoni con oggi, che comunque vede una riscoperta anche sulla stampa del territorio etrusco di Murlo (solo a novembre 2014 un pezzo su Archeologia Viva a mia firma forse denota che comunque "ci siamo". Ma, senza voler criticare le scelte recenti relative alla comunicazione effettuate sul territorio, di certo la chiave è partire dalla conoscenza e dall'amore di una terra se si vuol pubblicizzare e far conoscere la terra stessa. A scanso di equivoci, preciso che ho iniziato a scrivere per la stampa senese quando ero ancora alle superiori! E nel mio archivio, che inizia nel 1984, ci sono cose che i ragazzi non conoscono, che moltissimi hanno dimenticato e altri probabilmente nemmeno mai notato. Allora abbiamo pensato di rinfrescare la memoria su vicende e storia del Comune. Tramite le pagine di alcuni quotidiani e periodici che si chiamavano Gazzetta di Siena, Il Campo, Il Cittadino Oggi. La Gazzetta era il precursore del Corriere di Siena e lì abbiamo sempre dato spazio a Murlo. Un grande spazio, con articoli di apertura, prime pagine e molto altro. Iniziamo con due pezzi, uno uscito poco prima dell'apertura dell'Antiquarium di Poggio Civitate, e il secondo uscito a museo aperto, che rivela l'afflusso dei visitatori, una trentina al giorno nell'agosto 1988... Non serve far confronti con oggi, anche se la tentazione è molto forte...
GAZZETTA DI SIENA – Giovedì 6 agosto 1987
MUSEO, ORMAI CI SIAMO
Dopo mesi di lavoro, aprirà i suoi battenti in autunno. Il professor Erik Nielsen che ha seguito le operazioni spiega i particolari di Poggio Civitate. I mille misteri del popolo etrusco.
di Annalisa Coppolaro
Vescovado di Murlo - Ormai il più è già stato fatto. Prima della fine dell'anno, probabilmente in autunno, il museo etrusco di Murlo aprirà i battenti. Li aprirà a chi, attratto da una realtà incredibilmente "magica", vorrà osservare da vicino i frutti di un lavoro che dura da anni e che ha allargato gli orizzonti di una conoscenza che fino a non molto tempo fa era ancora alquanto limitata. Poggio Civitate ha fatto luce su quello che i nostri antenati intendevano per "edilizia", le decorazioni fittili e le soluzioni architettoniche hanno preso forma davanti agli occhi degli archeologi che per un attimo hanno immaginato di trovarsi davvero al VII secolo avanti Cristo, e di poter entrare in punta di piedi in quel grande palazzo di cui adesso restano solo pochi frammenti delle mura. Il professor Erik Nielsen al suo arrivo con gli studenti ci aveva gentilmente delineato il piano di lavoro da svolgere. Adesso è in grado di fare un bilancio dei risultati delle ricerche. Quest'anno sono state incentrate essenzialmente sulla bottega artigianale del complesso di Poggio Civitate.
"Abbiamo improntato gli scavi su un più approfondito studio architettonico dell'officina cercando di dedurre lo scopo per cui era nata. Dallo studio del pavimento si è delineata una pianta particolare con 44 basi di colonne in pietra su una base di 48,5 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza. Si tratta dell'officina più grande in assoluto del periodo, risalente al VII secolo a. C. Tra l'altro, il materiale trovato sul luogo è di grande interesse. Ci ha permesso ad esempio di ricostruire alcuni momenti della storia dell'edificio e delle vicende dell'intero complesso. Due o tre anni fa, in effetti furono trovati sul pavimento della officina alcuni coppi del tetto non ancora cotti su cui sono restate incise le impronte di piedi in fuga. Questo si spiega con l'incendio che senza dubbio avvenne per qualche motivo e che distrusse parte dell'edificio. Probabilmente chi ha lasciato le sue tracce su quei coppi correva all'impazzata nella speranza di domare le fiamme che avvolgevano ogni cosa. E' un'ipotesi suggestiva e terribile allo stesso tempo.
Qual è il dato più importante a cui i lavori di quest'anno sono giunti e quali sono le novità rispetto alla conoscenza che avevamo in precedenza del popolo etrusco?
"A livello di civiltà, Poggio Civitate ci illumina su un fattore economico-sociale di grande importanza. Prima pensavamo che solo due centri dell'Etruria possedessero officine di fabbricazione per materiali ed oggetti vari: Chiusi e Vulci. Il nostro lavoro sta invece dimostrando che altre officine esistevano assicurando l'autosufficienza ai centri anche minori per quanto riguarda terrecotte, ossi, bronzi. Probabilmente esistono industrie del genere in altri centri. Ciò cambia l'immagine dell'Etruria e della sua organizzazione interna".
Pensa che la necropoli esistente nei dintorni presenti interesse? Qualche anno fa se ne parlava insistentemente.
"Esiste in effetti una necropoli a Poggio Aguzzo. Anni fa fu iniziato un saggio ma non abbiamo né il tempo e nemmeno le persone sufficienti per portare alla luce ciò che la necropoli racchiude. Il saggio, comunque, ebbe un esito non particolarmente entusiasmante. Quasi certamente si tratta di tombe modeste con fosse. Racchiudono senz'altro qualche oggetto, ma è questione di poco interesse. La necropoli non ha insomma niente a che vedere con le tombe dipinte di centri come Tarquinia o Cerveteri."
Camminiamo sugli Etruschi. L'idea sbriglia la nostra immaginazione. Torna immediato alla memoria il passaggio poetico di Cardarelli, inciso in un monumento di Tarquinia. "Qui tutto è fermo / incantato nel mio ricordo.../ come una volta".
Il professore ringrazia. Ringrazia tutti i vescovini per aver collaborato con loro durante i lavori.
"Dobbiamo dire grazie al sovrintendente alle Arti Francesco Nicosia che ci appoggia, ma senza i vescovini non sarebbe affatto stata la stessa cosa..."
E noi diciamo grazie a voi, americani. E arrivederci alla prossima estate.
(Annalisa Coppolaro, Gazzetta di Siena, 6 agosto 1987)
GAZZETTA DI SIENA – Domenica 21 agosto 1988
Una media di 30 persone al giorno, per lo più turisti
CRESCE L'ATTENZIONE SUL MUSEO
In agosto aumentati i visitatori al Palazzone di Murlo
di Annalisa Coppolaro
Tanto per cambiare, parliamo del museo. Di un museo attorno cui si intrecciano pareri contrastanti, teorie più o meno personali, bilanci più o meno precisi. Tutto sommato, di una sola cosa siamo certi: è lui, l'Antiquarium di Poggio Civitate, il punto trascinante di una stagione turistica che vede un buon incremento dell'afflusso dei visitatori italiani e stranieri nel territorio di Murlo, afflusso che è logico collegare con la recente apertura del Museo Etrusco, uno dei più importanti per la storia dell'etruscologia. Malgrado la scarsa pubblicità fattagli, malgrado atteggiamenti sprezzanti di qualcuno verso chi tale pubblicità aveva intenzione di farla, il museo per ora "funziona". Un rapido giro tra ristoratori, negozianti, proprietari dei due alberghi presenti a Vescovado e Casciano, ha evidenziato un incremento delle presenze e i dati sono confermati dal movimento che si nota per le strade dei due centri e delle frazioni. [...]
Insomma, dai segnali si direbbe che, se prima mancava un polo trascinante della vita turistica, ora con il Museo il territorio ha individuato in parte la sua vocazione di zona storico-artistica di spicco del panorama dell'intera provincia e non solo. [...] In agosto si è avuta una media di 30 visitatori al giorno, che per esempio si è alzata fino a 50 in giorni come il venerdì. Si va, quindi, verso un interesse costante che vede la distribuzione delle visite: inutile sottolineare l'importanza di tale dato. [...] Tra i molti stranieri prevalgono i tedeschi e gli olandesi, tra gli italiani i lombardi e i veneti. [...]
Nonostante tutto comunque i fatti stanno dando ragione a chi, come il sindaco Romualdo Fracassi, puntava molto sull'apertura dell'Antiquarium. Chiaramente, la situazione può essere ulteriormente migliorata se con attenzione e tatto ogni forma di pubblicità verrà adeguatamente rispettata. Perché, come tutti sanno, la pubblicità è l'anima del commercio. Anche del commercio di "cultura".
(Annalisa Coppolaro, Gazzetta di Siena, 21 agosto 1988)