MurloCultura 2014 - Nr. 5

MONTORGIALI E DINTORNI A.D. 1767

di Giorgio Botarelli

STORIA DI MURLO

 

Nel 1766, con motuproprio del 25 novembre, il granduca Pietro Leopoldo, dispone una estesa rilevazione statistica sulle condizioni economiche del granducato, con lo scopo di acquisire un quadro completo dei modelli produttivi e dello stato sociale della popolazione, e predisporre così le basi per future riforme in campo economico e finanziario. Ai parroci di ogni comunità, chiamati a collaborare alla grande inchiesta, viene affidato l'incarico di censire la popolazione tramite la stesura di uno Stato delle Anime comprendente, oltre ai dati consueti, anche la professione/occupazione di ogni persona. Le informazioni da loro raccolte l'anno successivo, restituiscono un panorama abbastanza completo del tessuto sociale toscano all'epoca: purtroppo, il Vescovado di Murlo, unica eccezione in tutto il senese, non venne chiamato a rispondere al grande rilevamento, per cui oggi mancano i dati relativi all'anno 1767 delle sette comunità che facevano parte del dominio vescovile, cioè Murlo, Lupompesi, Crevole, Casciano, Vallerano, Resi e Montepertuso: di lì, a poco più di un decennio dopo (gennaio 1778), con la cessazione della plurisecolare signoria del vescovo di Siena, sarebbero state inglobate nel Granducato di Toscana. Sono invece disponibili gli Stati d'anime di alcune piccole località che si trovavano allora appena fuori i confini del Vescovado, ma che oggi sono comprese entro l'attuale territorio comunale: Montorgiali, San Giusto, Montepescini, Frontignano, Formignano e Macereto. In questo numero di Murlo Cultura sono trascritti quelli relativi a Montorgiali e San Giusto mentre vengono rimandati ad un momento successivo gli altri quattro.
Lo Stato d'anime del circondario di Montorgiali (vedi sotto) (1), venne redatto molto probabilmente da Carlo Niccoli, rettore di San Fortunato a Murlo (2). Sulla carta sono censiti in totale ventotto abitanti, suddivisi in cinque nuclei familiari residenti nei poderi Chiostro, Pietre, Montorgiali, Bagnolo e Montorgialino.
Le attività esercitate nell'ambito della comunità, evidenziano in maniera eloquente le disagevoli condizioni di vita in questo modesto comprensorio, tant'è che la famiglia di pigionali (3) al podere Pietre è costretta talora ad andare a questuare. Due sono le famiglie mezzadrili (4), nelle quali gli adulti, sia uomini che donne, attendono al podere, le donne, in più, filano; al Chiostro, la famiglia si può avvalere di un garzone per la cura del podere. Montorgiali, Montorgialino e Pietre sono abitati da contadini ad uso di pigionali, non esistendo evidentemente le condizioni minime per la gestione di un podere; in particolare, a Montorgialino si tira avanti duramente coll'industria di far legna, pali e filare per altri, mentre a Montorgiali, l'uomo campa coll'industria delle braccia di lavorare per altri ne boschi e terreni e la donna fila per altri.

Montorgiali - Stato delle Anime

 

NOTE
(1) Vedi: Archivio Arcivescovile di Siena, Stati d'anime diocesani 1767 n. 2835.
(2) Carlo Niccoli, nativo di Vescovado, fu rettore di San Fortunato a Murlo dal 7 dicembre 1763 al 15 settembre 1790, data della sua morte. In realtà lo Stato d'anime non è firmato, ma è solo intestato Parrocchia di San Fortunato a Murlo.
(3) I pigionali erano semplici braccianti, addetti a lavori stagionali o saltuari, che abitavano in case a pigione.
(4) Il termine mezzaiolo va considerato, nei documenti dell'epoca, sinonimo di mezzadro, parola quest'ultima che entrerà in uso solo nell'Ottocento, assumendo anche nomi diversi a seconda delle zone o regioni.

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