MurloCultura 2015 - Nr. 3 Speciale BLUETRUSCO

Archeologia sperimentale a Murlo

di Redazione

Dal 1991 l'Antiquarium di Murlo è stato sede di incontri internazionali sul tema delle antiche tecniche artigianali greche, etrusche e romane. Ai seminari, che prevedevano una parte teorica e una parte di archeologia sperimentale, hanno partecipato studiosi, studenti e artigiani di vari paesi europei. A ridosso delle mura del castello di Murlo, sotto la copertura ristrutturata nel 2014 dall'Associazione Culturale, è possibile osservare un'officina sperimentale con la ricostruzione di un forno verticale e di una fossa di fusione per grandi bronzi, che nell'ambito di Blu Etrusco verranno recuperate e restituite alla loro funzione didattica, dopo che a distanza di oltre vent'anni le strutture si erano in parte deteriorate. L'officina sperimentale, realizzata sulla base di raffigurazioni di ceramiche antiche e ritrovamenti archeologici, è avvenuta nel corso dei seminari del 1993 (dal tema "La tecnica dei grandi bronzi, dall'età arcaica al Rinascimento") e del 1995 ("I grandi bronzi antichi, dalla forma alla fusione"). L'officina comprende un forno verticale per la fusione del bronzo e, sulla destra, una fossa di fusione. Il forno verticale riproduce un forno greco del V secolo a.C., riportato nelle decorazioni di una kylix greca conservata presso il Museo di Berlino: il vaso con appoggiato sopra il forno conteneva forse acqua e serviva probabilmente da indicatore termico per la fusione del bronzo nel crogiuolo all'interno del forno. La fossa di fusione è stata ricostruita in formato ridotto sulla base di una fossa di fusione greca ritrovata a Rodi. La fusione dei grandi bronzi antichi avveniva infatti in fosse provviste di scalini di accesso e di pareti rivestite in mattoni crudi, come quella ricostruita a Murlo.Per i seminari, è stato scelto come oggetto da riprodurre la statua dell'Adorante di Rodi, un bronzo ellenistico della stessa epoca della fossa di Rodi e custodito, come la kylix, al Museo di Berlino. L'Adorante è stato riprodotto in cera, prima fase della procedura di realizzazione delle statue in bronzo. Al centro della fossa, su di un piedistallo, era sistemata la figura in cera provvista di sbarre di sostegno in ferro. L'interno della cera era riempito di terra (la cosiddetta "anima di fusione"), appositamente preparata con materie organiche: peli, paglia e simili. Anche l'esterno, dopo l'attacco dei canali, era coperto con vari strati di terra. La figura veniva poi cotta con fuoco di legna; la cera poteva uscire da un canale posto in basso e defluire in un'apposita fossetta. A questo punto, si poteva procedere alla colata del bronzo liquido attraverso il canale di entrata posto alla sommità. Le statue erano fuse in parti separate: testa, braccia, busto, talvolta gambe. Le singole parti dovevano poi essere saldate insieme con apposite tecniche, anche queste oggetto di un altro seminario svoltosi a Murlo. Nella ricostruzione visibile a Murlo, è possibile vedere sia la forma all'interno della fossa, come appariva dopo la cottura e prima della colata, mentre sia il risultato, cioè la statua dell'Adorante grezza, con ancora attaccati i canali di getto della colata di bronzo. La copertura della fossa e del forno sperimentali è stata rinnovata il 13 ottobre 2014 dall'Associazione Culturale di Murlo grazie al contributo della Casa del Popolo, del Circolo ARCI e di singoli cittadini che hanno prestato il loro lavoro volontario. Quest'anno, in occasione di Blu Etrusco, e precisamente il 17 luglio 2015, verrà ricostruito il forno verticale e rinnovato il rivestimento in terra della fossa, che i segni del tempo hanno inevitabilmente danneggiato.

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