Un evento da ricordare ed una esortazione a migliorarsi
EDITORIALE
Con una certa emozione mi accingo ad esprimere qualche riflessione sopra un evento che ha reso speciale quanto accaduto agli inizi di giugno; un episodio largamente condiviso e un impegno a proseguire un percorso tutto da inventare ma foriero di allettanti promesse: "Gestire una biblioteca... O meglio: la biblioteca del nostro Comune!" Questa la notizia! L'Associazione Culturale ritenuta idonea non solo a tenerla aperta per favorire la consultazione di quanto in essa contenuto, ma piuttosto a adoperarsi per promuoverne la conoscenza fino a farla divenire uno strumento del quale non si possa fare a meno!
Un grosso impegno allora? Non direi proprio, ma certamente un grande piacere poiché nelle file multicolori dei testi allineati in buon ordine negli scaffali si annida lo spirito del sapere, messo lì sotto gli occhi di tutti, che ognuno a suo piacimento può trovare semplicemente allungando la mano e prendendosi la briga di sfogliare. Quando ero ancora ragazzo qualcuno mi disse che il libro è una finestra aperta verso la conoscenza e che possederne molti equivaleva ad avere maggiori possibilità di arrivare un giorno a divenire sapiente davvero. Questa similitudine mi aveva conquistato e da quel giorno in poi immaginai la biblioteca come una specie di Colosseo ampliabile a dismisura, dalle cui mille e più finestre era possibile affacciarmi a piacimento arrivando a conoscere il mondo attraverso gli occhi di chi lo aveva già visitato e a trovarsi pronto per quando sarebbe toccato a me. Così è stato, seppure per motivi diversi, ma quanto appreso mi è rimasto attaccato addosso così come mi piace immaginare che sia accaduto anche ad altri. Di volumi importanti ce ne sono molti e sono certo che aumenteranno ma, soprattutto, che saranno consultati e che inviteranno i più restii a vincere quel timore reverenziale che un libro chiuso suscita per apprendere, non solo la possibile storia che può raccontare, ma piuttosto l'insegnamento che dall'altrui pensiero o esperienza, ne può derivare. La biblioteca è da associare ad un mitico tempio dove su supporti di materiali più vari e sotto molteplici aspetti si conserva l'intero sapere umano fin dalla notte dei tempi. La nostra per il momento non è proprio grandiosa ma è già importante per quanto ivi contenuto e crescerà ancora poiché le nostre ragazze che la gestiscono si sono ripromesse di promuoverne l'attività con appropriate iniziative. I presupposti fondamentali ci sono tutti quindi: volumi acquisiti e altri in arrivo; voglia di consultarli e condividerli e infine attivarsi per diffonderne la conoscenza.
Ma non solo questo, poiché non bisogna dimenticare l'esistenza del prezioso Archivio Storico restato, per molti anni e per motivi vari, negletto in altri locali in attesa di divenire fruibile a quei ricercatori che ne facciano richiesta. In passato, alcuni di loro, spinti solo dalla voglia di conoscenza e senza alcun tornaconto personale, se ne sono visti negare l'accesso in quanto ritenuti carenti di quei particolari titoli che glielo potessero permettere. Tutto questo, allora, vorrebbe dire che occorrono requisiti speciali per poter acquisire conoscenza? E se di questi ne sono carente debbo forse rassegnarmi a rimanere eternamente ignorante? Poiché per l'ottimista non esistono problemi ma solo soluzioni, non è forse il caso di attivarsi davvero per trovarne una capace di chiudere un penoso capitolo che, col trascorrere del tempo, rischia di divenire grottesco?