Gli Etruschi e non i Greci furono forse gli inventori del tetto a tegole e coppi
NOVITA' DAGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI POGGIO CIVITATE
Anthony Tuck rivela anche come mai Poggio Civitate fu abbandonata
Nuovi edifici accanto a quello arcaico che illuminano su tecniche di costruzione importantissime, segni di lotta violenta nel sito, e addirittura un altare in pietra gettato in fondo a un pozzo. Questo ed altro il frutto di una stagione di scavi che volge al termine a Murlo che ha visto impegnati 80 archeologi di tutto il mondo, guidati dall'esperta mano di Anthony Tuck, professore alla Massachusetts University Amherst, e che ha riportato alla luce non solo reperti ed oggetti ma una intera visione dell'abbandono del sito, supposizioni importantissime su cosa sia accaduto nel VI secolo a.C. su questa collina, in questo insediamento che venne abbandonato in fretta e in modo ancora misterioso.
"Per prima cosa accanto al pozzo che abbiamo rinvenuto lo scorso anno e su cui abbiamo concentrato la nostra attenzione nel 2015, sono stati ritrovati resti umani. Attorno a questa struttura - ci illustra Tuck - sono stati ritrovati scheletri e teschi di persone uccise, risalenti quasi certamente al momento di abbandono del sito. Ecco quindi che diviene sempre più probabile l'ipotesi dell'invasione dell'insediamento di Poggio Civitate da parte di una popolazione nemica, che forse fu davvero all'origine della partenza e della sepoltura degli oggetti che sono stati ritrovati nei primi anni degli scavi e che continuiamo a riportare alla luce".
Un abbandono violento forse, quindi, di questo villaggio che pian piano sta tornando alla luce attorno alla piazza centrale, acanto alla quale appunto si trovava anche il pozzo, quello su cui gli archeologi si sono concentrati in questa stagione di scavo. Un'altra importante scoperta è sempre legata al pozzo stesso. Un altare in pietra. E' forse un altro dato che comprova l'abbandono legato ad un episodio tragico di invasione e aggressione del sito?
"E' possibile - conferma Tuck - In fondo al pozzo abbiamo ritrovato questo enorme altare in pietra che venne gettato nel pozzo. Riportarlo in superficie è stato molto difficile ed ha impiegato molti giorni di questa ultima fase di scavi. Ovviamente, avendolo solo rinvenuto di recente, abbiamo bisogno di tempo per capire e studiare il reperto, ma la mia impressione iniziale è che sia stato gettato nel pozzo proprio allo stesso momento della demolizione del sito e del suo abbandono. E quindi dobbiamo valutare bene questa scoperta, ma la mia impressione iniziale è che lo scenario della partenza degli abitanti di Poggio Civitate sia legato alla violenza. Aver ritrovato frammenti di scheletro e poi frammenti di oggetti di pietra e ornamentali su tutto l'altopiano occidentale, tra cui l'altare ed altro in fondo al pozzo (l'altare per primo e sopra altri oggetti) ci fornisce molti elementi da valutare e ripensare, ma queste due scoperte, in qualche modo collegate, rendono questa estate di scavi estremamente interessante e come sempre unica".
Oltre a questi due elementi, una terza cosa importante, relativa a metodi di costruzione degli edifici nell'antica Etruria, è stata supposta a seguito dei nuovi elementi a disposizione degli archeologi. Una scoperta illustrata peraltro al Festival Bluetrusco domenica 2 agosto, quando Anthony Tuck ha tenuto una conferenza sui risultati di questo anno di scavi. Riguarda quello che per anni è stato ritenuto un dato indiscutibile, l'attribuzione ai Greci (e in particolare ai Corinzi nel VII sec.) dell'invenzione del tetto a coppi e tegole che poi è quello usato per oltre duemila anni e praticamente il tetto come lo conosciamo noi. Forse furono gli Etruschi, e non i Greci, a "brevettare" questa fondamentale idea architettonica. "Dalla datazione delle ceramiche ritrovate in alcuni edifici adiacenti al palazzo arcaico stiamo valutando la possibilità che siano appunto stati gli Etruschi a concepire per primi l'idea di un tetto coperto di elementi fittili, tegole e coppi, un elemento architettonico ovviamente basilare per tutta l'architettura successiva. Stiamo lavorando anche su questo filone, un altro dei tre che ci hanno appassionato in questa campagna di scavi a Murlo nell'estate in corso.
Ancora moltissimo, insomma, emerge ogni anno da questo insediamento affascinante e straordinario".