Storie violente a Siena e a Murlo
EVENTI IN BIBLIOTECA
Lunedi 20 giugno la Biblioteca Comunale ha presentato il libro di Gabriele Maccianti "Una storia violenta. Siena e la sua provincia 1919-1922", accurata ricostruzione dei fatti che in pochi anni videro rafforzarsi anche nel territorio senese le squadre fasciste. Di seguito alcune note sul libro a cura di Filippo Lambardi, per l'Istituto Storico della Resistenza Senese e dell'età contemporanea, che ha presentato l'interessante serata.
Gabriele Maccianti nel suo Una storia violenta. Siena e la sua provincia 1919-1922 traccia un quadro esaustivo delle dinamiche con le quali il fascismo nacque e si consolidò nelle terre di Siena, dinamiche appunto macchiate dalla violenza squadrista perpetrata contro gli oppositori politici.
Il suo lavoro, meticoloso dal punto di vista del reperimento documentario e corredato da un notevole apparato bibliografico, mette in luce i legami fra fascismo e Prima guerra mondiale. Sullo sfondo le diatribe interne al PSI (del quale Mussolini fu dirigente di primissimo livello fino all'entrata dell'Italia nel Primo conflitto mondiale), partito incapace di trovare una sintesi fra l'anima minimalista e le due componenti del massimalismo (cosa che genererà la nascita del Partito comunista d'Italia nel 1921) pure a Siena. Discussioni che contribuirono a rendere poco efficaci gli interventi delle amministrazioni locali governate dallo stesso PSI dopo le elezioni del 1920.
Molte delle vicende richiamate da Maccianti sono già da anni presenti nella storiografia locale ma questo volume costituisce, con equilibrio e rigore, una sintesi utile a varie tipologie di lettori.
Emergono, dalle righe del saggio, figure importanti di quelle convulse fasi politiche che saranno decisive ed importanti anche nei tristi anni della Seconda guerra mondiale e nei momenti della Resistenza locale. Così come di particolare rilievo è il numero di morti in quei quattro anni, un numero che porta Siena seconda solo a Firenze per gli episodi violenti realizzati dai fascisti, quasi sempre con la connivenza delle istituzioni, morenti, dello stato liberale.
Al lettore murlese interesseranno alcune pagine, in particolar modo quelle relative alle elezioni amministrative del 1920 quando Murlo fu l'unico comune della provincia a rimanere in una fase di stallo e a vedere il commissariamento. Numerosi anche i personaggi di spicco del fascio senese che hanno avuto a che fare con Murlo.
Primo per importanza l'ingegnere genovese Mario Ettore Bayon (del quale è stato scritto più volte su Murlo Cultura), squadrista ex-combattente che dopo aver fondato il Fascio di Aosta nel 1920 si trasferisce a Murlo per seguire i lavori della ferrovia Siena-Monte Antico, e successivamente diventa presidente della Società Anonima Miniere Lignitifere e Cementerie di Murlo, subentrata a seguito del fallimento della Società Gio. Ansaldo & C.; in seguito Bayon ricoprirà anche le cariche di segretario del Fascio di Murlo e di Podestà di Murlo per poi trasferirsi in Etiopia nel 1933 con il fallimento della sua Società. Sono legati a Murlo anche i fratelli Mario e Aldo Sampoli, squadristi facenti parte del reparto speciale del Fascio senese conosciuto come "La Disperata", figli di Venanzio Sampoli che fu titolare della ditta che subentrò nel 1933 alla società di Bayon per la gestione delle miniere di Murlo.
Intervallato da documenti fotografici molti dei quali inediti, il lavoro di Maccianti si spera possa servire ad ulteriori approfondimenti specialistici tali da arricchire la riflessione su anni ormai lontani ma ancora densi di interesse dal punto di vista storico.