Scorci di vita a San Giusto nelle foto di Sergio Micheli
RICORDI E PERSONAGGI
L'ultimo numero di Murlo Cultura (3/2016) riportava un mio articolo dove, rammentando episodi lontani, coglievo l'occasione di ricordare il professore Sergio Micheli, caro amico d'infanzia da poco scomparso. In quell'occasione pubblicai alcune sue foto riprese nel lontano 1962 presso il Villaggio di S. Giusto, dalle quali è possibile rendersi conto come il luogo mostrasse già evidenti effetti di un irreversibile abbandono.
Si tratta di immagini dove l'ambiente e le cose, pur nella loro decadenza, conservano ancora chiare tracce di vite vissute. La presenza di una grancia dell'Ospedale di Santa Maria della Scala e di una chiesa della fine del quindicesimo secolo giustificherebbero l'importanza avuta da questo borgo ma anche la sua decadenza a causa delle frequenti scorrerie a cui era sottoposto. La chiesa inglobata nella canonica mostra i postumi dell'impoverimento della zona, come tutto il villaggio del resto, prima della sua definitiva cessione a privati. Ma dall'atmosfera decadentista che le foto suscitano, appare evidente la volontà di sopravvivenza della sparuta comunità oltre al desiderio di mutare il proprio stato con l'acquisizione di un po' di conoscenza. La stanza per la scuola, l'arredo disposto alla bell'è meglio, la stufa di terracotta con il tubo del fumo alla ricerca di un buco nel tetto sono di per se stessi, assieme ai poveri pannelli didattici ed ai disegni dei bambini, la risposta a qualsiasi interrogativo sul desiderio di potersi migliorare. Foto semplici ma essenziali che la dicono lunga sul personaggio che decise di fissarle nel tempo e che diverrà egli stesso regista, scrittore e docente d'arte cinematografica all'Università per Stranieri a Siena e presso diversi atenei all'estero.