Un incontro pubblico per le "briglie" sul Crevole e sul Crevolicchio
NOVITA' DAL TERRITORIO
All'ultima presentazione del bilancio comunale, a dicembre, la nostra amministrazione ha comunicato che il Consorzio di Bonifica Toscana Sud effettuerà dei lavori sui torrenti Crevole e Crevolicchio costruendo 19 briglie in muratura ed effettuando alcune riprofilature dell'alveo, per un importo complessivo dei lavori di 1 milione e 250 mila euro, in dettaglio 780 mila euro per il Crevole e 470 mila per il Crevolicchio, interamente finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 Sottomisura 8.3 "Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici". Si tratta cioè di finanziamenti europei finalizzati (si legge nelle pagine dedicate al PSR nel sito della Regione Toscana), a "sostenere interventi per la prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici" [1].
Preoccupati per un tipo di intervento così imponente in due corsi d'acqua che in molti ci invidiano per bellezza, interesse scientifico e assenza di intervento umano, e intenzionati a capire meglio le motivazioni di queste opere idrauliche, ci siamo informati richiedendo al Consorzio i progetti per poterli visionare e chiedendo un incontro pubblico, che si è svolto lo scorso 23 marzo a Vescovado grazie al Comune che ha tenuto i rapporti con il Consorzio e ha messo a disposizione la sala polifunzionale. Riteniamo utile per chi non ha potuto partecipare riportare quanto è stato discusso, visto che molti cittadini ci hanno chiesto informazioni in merito.
Le nostre preoccupazioni derivavano dalla letteratura e da esperienze di altre località dove sono state adottate simili soluzioni e non sono risultate affatto efficaci ("Atrani come le Cinque Terre, la Procura indaga. Le briglie non servono a niente, lo diciamo da dieci anni" [2], "Briglia su briglia. Cosa succede al fiume?" [3] ) e dove, senza un accurato studio geomorfologico, lavori simili sugli alvei fluviali hanno solo spostato il problema altrove causando ulteriori danni, come si legge in "A chi servono questi lavori lungo l'alveo del fiume Esino?", del prof. Mauro Coltorti, Professore Ordinario di Geomorfologia, Geomorfologia Applicata al Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena [4].
Quello che abbiamo appreso dall'incontro pubblico con i tecnici del Consorzio aggrava ancor più le iniziali perplessità. Innanzi tutto, quello che dovrebbe essere un intervento per attenuare gli effetti delle alluvioni causate dalle enormi quantità d'acqua veicolate dai nostri torrenti a seguito di eventi di pioggia eccezionali - come quelli verificatisi negli ultimi anni - non prevede nessuna area di espansione fluviale dove l'acqua possa esondare attenuando la portata a valle; non parliamo solo di casse di espansione artificiali (interventi costosi a detta dello stesso Consorzio e molto impattanti), ma anche del recupero di zone naturali di esondazione, che in molti tratti del loro corso il Crevole e il Crevolicchio si sono già scelti o creati allargandosi l'alveo. I progetti del Consorzio propongono invece solo la costruzione di una serie di briglie (sbarramenti trasversali al corso d'acqua) realizzati in pietra stabilizzata con calcestruzzo alte 60 cm e con una platea di 3 metri ciascuna, corredate dal rivestimento dell'alveo e delle sponde a monte e a valle di ciascuna briglia con pietre ancorate con calcestruzzo. In tutto, le briglie saranno appunto 19 e la "pavimentazione" dell'alveo e delle sponde avverrà complessivamente su 538 metri (318 metri sul Crevole e 220 metri sul Crevolicchio); inoltre su circa 800 metri del Crevole è prevista la riprofilatura, cioè lo scavo della sezione d'alveo. In tutto, i tratti interessati dai lavori sono tre, per una lunghezza complessiva di oltre 2 km.
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Fig. 1. I tratti dei torrenti Crevole e Crevolicchio dove il Consorzio di Bonifica Toscana Sud realizzerà gli interventi (oltre 2 km in totale). TRATTO N. 1: torrente Crevole tra il ponte sulla strada della Rocca di Crevole e la fornace dei Pianelli; sono previste 5 briglie e relativo rivestimento dell'alveo per un totale di 93 metri di corso d'acqua. TRATTO N. 2: torrente Crevole tra Vescovado (sotto Il Poggetto) e il vecchio guado di Vignali; sono previste 7 briglie e relativo rivestimento dell'alveo per un totale di 225 m, oltre a 765 m di riprofilatura. TRATTO N. 3: torrente Crevolicchio a Miniere di Murlo; sono previste 7 briglie e relativo rivestimento dell'alveo per 220 m. |
Le briglie di questo tipo non sono però un mezzo per contenere le alluvioni, l'eccessiva ed improvvisa portata di acqua né tantomeno tronchi e altro materiale galleggiante (per quest'ultimo scopo esistono ad es. le briglie a pettine o altre soluzioni) ma sono, come spiegato dallo stesso Consorzio alla riunione, un mezzo per diminuire il trasporto solido (cioè il sedimento fluviale) a valle. Secondo quanto scritto nei documenti di progetto (Relazione idrologico idraulica - Integrazioni) infatti "l'intervento in progetto ha l'obbiettivo di controllare l'erosione in alveo e stabilizzare le sponde, migliorare la dinamica d'alveo e proteggere le aree boscate circostanti dai fenomeni erosivi legati al corso d'acqua", ma non viene fatto alcun cenno ad eventuali benefici per i problemi di allagamento di Miniere di Murlo e La Befa. Anche negli altri documenti progettuali si legge "Difesa di aree boscate da fenomeni erosivi legati al corso d'acqua". Ma ci chiediamo se i nostri torrenti, intatti da secoli, che attraversano in massima parte zone naturali prive di opere umane, hanno bisogno di essere percorsi da scavatori, camion e cemento per un intervento molto costoso che non pare contenere misure dirette per le alluvioni. E una volta realizzate, le briglie per funzionare bene necessiteranno anche di una costante manutenzione (rimozione dei detriti che vi si accumulano), con ulteriore spesa pubblica e altri interventi con mezzi meccanici in alveo.
Fig. 2. Un esempio di briglie simili a quelle che stanno per essere realizzate nei torrenti Crevole e Crevolicchio, dove l'altezza dello sbarramento trasversale sarà di circa 60 cm con platea di 3 metri ciascuna, rivestiti in calcestruzzo armato; l'alveo e le sponde, similmente alla foto, verranno stabilizzate con pietre e calcestruzzo (tratto dall'Atlante delle opere di sistemazione fluviale, APAT 2004). |
Nell'incontro ci è stato anche detto che l'intervento avrà dei benefici anche più a valle, sul fiume Ombrone, che riceverà grazie alle briglie meno sedimenti; ma il problema dell'Ombrone sembra essere proprio l'opposto, leggendo ad esempio il Piano di Tutela delle Acque del bacino dell'Ombrone, dove si scrive a proposito della foce dell'Ombrone che "è interessato da un forte processo erosivo iniziato nella seconda metà del XIX secolo dopo una fase secolare di accrescimento. Questa inversione di tendenza è da mettere in relazione con l'inizio delle opere di bonifica per colmata che privarono di una notevole quantità di sedimenti l'apporto fluviale alla costa. Il fenomeno erosivo è proseguito anche successivamente alla fine della bonifica, e tuttoggi va progressivamente interessando settori sempre più estesi del delta. Questo stato di deficit sedimentario del litorale è da attribuire all'esiguo trasporto solido del fiume determinato dalle opere di sistemazione dei versanti e dell'alveo stesso e, in modo determinante, dall'estrazione di inerti da quest'ultimo." [5]. Questi fenomeni erosivi hanno comportato ad esempio spese di alcuni milioni di euro per i recenti interventi a salvaguardia della spiaggia di Alberese. Viene quindi il dubbio che i progetti su Crevole e Crevolicchio non siano stati inquadrati in un contesto di bacino idrografico complessivo e che non ne siano state valutate le conseguenze a valle.
L'incontro pubblico del 23 marzo ha dato l'occasione a molti cittadini di esprimere le proprie perplessità con molte domande pertinenti, poiché alcuni di essi erano persone interessate o ottimi conoscitori della zona e degli eventi alluvionali che vi si sono verificati; domande specifiche alle quali però sono mancate spesso risposte adeguate. Una di queste ha riguardato il ponte delle Miniere, un argomento già trattato su Murlo Cultura molti anni fa, quando il ponte fu ricostruito [6]. E' noto ai murlesi che in quel punto confluiscono il Crevole, il Crevolicchio e il Fosso dello Scanno, ben tre torrenti che si riuniscono prima del piccolo ponte di Miniera, costituendo il vero problema per il deflusso delle acque. Un collo di bottiglia dove la migliore soluzione (fattibile o no, non importa), sarebbe la sostituzione con un ponte ad unica e lunga campata. E' stato infatti evidenziato dai cittadini che in quella struttura si sono ammassati legni, tronchi e ramaglie (oltre al guardrail dello stesso ponte...) che, con una campata maggiore, sarebbero passati sotto il ponte. Inoltre l'enorme flusso di acqua in quei casi eccezionali non verrebbe strozzato e non causerebbe gli innalzamenti del livello osservati. Una persona del paese ha anche individuato in uno sperone roccioso nel tratto fluviale di fronte al villaggio della Miniera, una possibile causa di deviazione del flusso del torrente, che verrebbe diretto verso il lato delle abitazioni e che avrebbe causato l'erosione dell'ultimo evento alluvionale. Una ipotesi da dimostrare ma molto plausibile e da investigare, anche perché, se vera, potrebbe risolvere davvero un problema con un intervento semplice e molto più economico (ed efficace a nostro avviso) di quelli prospettati. Soluzioni come quelle appena menzionate non sono state prese in considerazione nei futuri lavori del Consorzio di Bonifica; nei progetti si legge solo di riprofilature e briglie in pietra stabilizzate con calcestruzzo, per rispondere a problemi che come abbiamo visto non sembrano nemmeno ben inquadrati e analizzati.
Un'altra persona ha evidenziato la grande trasformazione avuta dal Crevolicchio negli ultimi anni, con il letto fluviale che si è ingrandito enormemente erodendo lunghi tratti delle sponde; inserire delle briglie in questo contesto fa prevedere che presto saranno coperte esse stesse dai detriti delle frane che si vedono già in atto lungo l'alveo.
Un ulteriore intervento ha poi riguardato La Befa; è stato detto che probabilmente lo stesso rilevato ferroviario (anche quello appena ricostruito) ha avuto un ruolo nel modificare la dinamica del corso d'acqua; ancora una volta quindi si tratterebbe di problemi innescati da scarsa attenzione alle esigenze del corso d'acqua in fase di progettazione di opere anche importanti.
Nell'incontro, non è poi stato detto quanto cemento verrà usato e si è saputo che non sono ancora state studiate le vie d'accesso per gli interventi, né si sa dove verranno posti i cantieri. In sintesi, non è stato chiarito quale studio preventivo sia stato fatto per giungere a questo tipo di soluzione. Non è possibile ancora capire, inoltre, con quali attenzioni saranno fatti questi lavori, visto che alcuni tratti riguardano zone di interesse naturalistico elevato, anche per la presenza di licheni rari studiati dall'Università di Siena, di cui il Consorzio non era a conoscenza, anche perché nei progetti non c'è nessun tipo di considerazione e valutazione ambientale degli interventi, né è stato considerato il particolare contesto paesaggistico e archeologico circostante la Rocca di Crevole. Altri dubbi riguardano gli interventi di rivestimento con pietrame stabilizzato con calcestruzzo del fondo alveo e delle sponde nei tratti in cui il Crevole scorre su roccia viva, come nel tratto sotto la Rocca in prossimità del ponte. Essendo un tratto roccioso, è difficile anche capire perché devono esservi realizzate briglie per il contenimento di sedimenti, dove questi non sono presenti o dove, perlomeno, non vi sono certo fenomeni erosivi delle sponde o del fondo alveo. Non si capisce nemmeno come siano stati scelti i tratti degli interventi rispetto all'intera lunghezza dei torrenti. Si nota che sono tutti in zone boschive; fermo restando che si possono sollevare dei dubbi sulla necessità di questi interventi per la salvaguardia di un bosco, si capisce ancora meno la loro funzione per la difesa delle abitazioni. Alcune persone hanno chiesto se non fosse possibile eseguire semplici lavori di manutenzione, come quelli che sono stati promessi in futuro, senza però dover costruire le briglie (la risposta non è stata chiara).
Saremo però ben presto tassati per i lavori di manutenzione del Consorzio di Bonifica e alcune persone del posto, sebbene abbiano avuto in passato danni dalle alluvioni, hanno espresso la volontà di lasciare le cose come sono, invece di essere tassati e subire lavori in cui non credono.
Con tutti questi dubbi e perplessità sui lavori che si prospettano sui nostri torrenti, pensiamo sia più proficuo cercare insieme una soluzione diversa che non preveda di cementificare e cantierizzare i nostri torrenti per quelli che potrebbero rivelarsi lavori inutili e anzi costosi per la loro manutenzione futura e forse anche dannosi per i nostri corsi d'acqua. Anche se, e questa è stata la delusione maggiore dell'incontro da parte di molti, pare che la riunione sia stata solo una presa di coscienza di decisioni ormai prese e delle quali i cittadini possono ormai cambiare ben poco. Alcune persone si sono anche attivate con una raccolta firme per chiedere di non costruire le briglie ma eseguire solo la manutenzione ordinaria.
Per usare la conclusione del prof. di Geomorfologia nella lettera citata sopra [4], "Ma quando verrà effettuata una corretta gestione dei fiumi basata su una pianificazione che vede il fiume come un sistema integrato acqua sedimenti lungo tutto il suo percorso ? Continueremo a risolvere i problemi locali o lavoreremo per inserire la situazione locale nel contesto generale che tiene in conto di tutti i settori fluviali ed anche dei problemi della costa? L'acqua, e dunque i fiumi, sono una delle principali risorse senza le quali non è possibile la vita. Non è forse tempo di non sprecare denaro pubblico per rimuovere ghiaia e sabbia come fanno i bambini al mare e di spendere questo denaro in una prospettiva più lungimirante ??".
Fig. 3. Il torrente Crevole sotto Vescovado, subito dopo i ruderi del Mulino di Mezzo, nel tratto in cui sono previste la 10°, la 11° e la 12° briglia, con rivestimento di alveo e sponda per complessivi 108 m di lunghezza. |
Note bibliografiche
[1] PSR-FEASR 2014-2020, bando relativo alla sottomisura 8.3 (http://www.regione.toscana.it/-/psr-feasr-2014-2020-bando-relativo-alla-sottomisura-8-3).
[2] Atrani come le Cinque Terre, la Procura indaga. Le briglie non servono a niente, lo diciamo da dieci anni (http://www.positanonews.it/articolo/172845/atrani-come-le-cinque-terre-la-procura-indaga-le-briglie-non-servono-a-niente-lo-diciamo-da-dieci-anni)
[3] Briglia su briglia. Cosa succede al fiume? (https://amarevignola.wordpress.com/2009/10/17/briglia-su-briglia-cosa-succede-al-fiume).
[4] Lettera: A chi servono questi lavori lungo l'alveo del fiume Esino? (http://www.viverejesi.it/2015/06/10/lettera-a-chi-servono-questi-lavori-lungo-lalveo-del-fiume-esino/540027/).
[5] Piano di Tutela delle Acque del Bacino del Fiume Ombrone, 2005 (http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-tutela-della-acque-della-toscana-2005).
[6] Notizie brevi, Murlo Cultura 3/2007 (www.murlocultura.com/site/old_site/MurloCultura_3_2007/MurloCultura_3_2007_pag16b.html).