Due parole sulla mosca dell’olivo
DOPO MURLOLIO
Si avvicina la primavera e è tempo di cominciare a sorvegliare gli oliveti dagli attacchi della mosca... Abbiamo voluto riportare in questo articolo, per chi non avesse potuto partecipare, le interessanti e utili informazioni date dai vari esperti (ed in particolare dall'agronomo Davide Cardini) al convegno di MurlOlio, aggiungendo un approfondimento sulla biologia di questo insetto.
Fig. 1. Un adulto di mosca dell'olivo. |
La mosca dell'olivo infatti, prima diffusa quasi esclusivamente nelle zone costiere, ha cominciato a diffondersi nelle colline dell'interno, complice probabilmente il cambiamento climatico; a Murlo e in generale nel senese i suoi effetti sono diventati ben noti nel 2014, quando la produzione di olio fu quasi azzerata. La mosca infatti depone le uova nell'oliva e le larve, nutrendosi della polpa, portano alla precoce caduta del frutto ("cascola") e a una scarsissima qualità dell'olio, che diventa più acido del normale e più facilmente ossidabile soprattutto in quei casi in cui si hanno più generazioni di larve, dall'estate fino all'autunno, le cui gallerie aprono la via a batteri funghi e a conseguenti processi decompositivi della polpa. Le uova e le larve di prima età non hanno invece ripercussioni sulla qualità dell'olio.
L'andamento delle popolazioni di mosca, e quindi l'entità dei danni, variano con l'andamento stagionale, e di questo bisogna necessariamente tenere conto per difendere al meglio l'oliveto.
In generale, per abbassare il rischio di attacchi importanti di mosca, è utile che la gestione ordinaria dell'oliveto sia fatta in modo da scoraggiare la presenza di questo insetto o almeno da mantenere bassa la sua presenza, ad esempio:
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in autunno, dopo la raccolta delle olive, evitate di lasciare le olive cadute a terra, ma anzi portatele via il più possibile per eliminarle, poiché potrebbero contenere larve o pupe svernanti, che la primavera successiva diventerebbero adulti pronti a deporre le uova;
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mantenere l'oliveto inerbito, per favorire la presenza dei predatori naturali della mosca;
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limitare le concimazioni fogliari;
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gestire le chiome.
Per valutare se e come intervenire in caso di attacchi di mosca, è prima necessario fare il monitoraggio della presenza, con questi mezzi:
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da giugno, appendere agli olivi alcune trappole a ferormone (per il monitoraggio dei maschi) e trappole cromotropiche (per il monitoraggio anche delle femmine); le trappole vanno pulite ogni settimana per vedere come evolve la presenza della mosca; queste trappole servono solo per vedere quando arriva la mosca e in che quantità;
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a inizio dell'estate (e poi anche nei mesi successivi), fare un campionamento a mano raccogliendo 100 olive a caso nell'oliveto, poi tagliarle in due per lungo e contare quante olive hanno all'interno uova e larve delle varie età; si ottiene così una stima della presenza della mosca e dalla sua pericolosità.
La soglia d'intervento è generalmente fissata al raggiungimento del 10% delle olive con segni di penetrazione (10 olive con uova e larve sulle 100 raccolte). Per le cultivar da mensa la soglia scende ovviamente al 5%.
Quindi, se con il nostro campionamento la presenza della mosca nelle olive supera il 10% si procede con le varie tecniche di difesa oggi disponibili:
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difesa preventiva usando trappole con insetticida, da mettere dopo il monitoraggio;
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difesa curativa con prodotti ammessi anche in agricoltura biologica, che colpiscono gli adulti ma anche le larve: trattamenti a base di azadiractina (olio dell'albero di Neem), Beauveria bassiana (fungo antagonista di diverse specie di insetti fra cui la mosca), Steinernema feltiae (verme nematode entomopatogeno), o prodotti come Spintor Fly o simili (insetticida di derivazione batterica "spinosad" + esca).
In ogni caso, qualunque tecnica di difesa si scelga, il trattamento va fatto solo dopo un attento monitoraggio, per decidere se c'è la effettiva necessità e per scegliere il momento giusto a seconda del trattamento prescelto; per ciascun trattamento vanno prese naturalmente tutte le precauzioni indicate per escludere o limitare al massimo i danni agli insetti utili.
I fitormaci di sintesi chimica con dimetoato (es. Rogor) sono senz'altro efficaci sul momento ma fanno piazza pulita di tutti gli insetti, e risultano dannosi anche all'olivo perché hanno una certa fitotossicità; c'è inoltre da aspettare un periodo di sicurezza prima di poter cogliere le olive. Meglio quindi usare le alternative viste sopra.
La difesa dalla mosca può incidere per il 10-12% sui costi di gestione dell'oliveto, ma considerato che la raccolta incide per il 40-80% basterebbe migliorare un po' l'efficienza su questo aspetto per rientrare nelle spese, oltre che fare i trattamenti solo nelle annate in cui è necessario. La lotta "a calendario" è infatti inutile: come si è già detto bisogna fare il monitoraggio, perché la gravità dell'infestazione dipende dalle condizioni meteorologiche generali, che variano tutti gli anni, e dal microclima che si viene a creare nel singolo appezzamento di oliveto. Fare gli interventi sempre e comunque è solo un'inutile spesa e porta anzi a più danni di quelli che risolve.
Gli oliveti abbandonati (o quelli in cui le olive non vengono raccolte), possono essere un problema perché la prima generazione primaverile di mosca può deporre subito una prima generazione sulle olive rimaste dall'anno precedente.
A livello di territorio comunale sarebbe utile adottare una strategia complessiva per aumentare le conoscenze degli olivicoltori su questo insetto e sulle tecniche di difesa, puntando a quelle usate nel metodo biologico, adattate alle nuove scoperte e finalizzate a rendere naturalmente più resistenti gli oliveti, facilitando la vita ai numerosi predatori naturali della mosca, più che sufficienti a tenerla sotto controllo nelle annate non a rischio. In Toscana poi, è stato messo a punto e ancora sotto studio da parte della Scuola S. Anna di Pisa un modello previsionale che, sulla base delle temperature invernali, fornisce un indice di rischio di infestazione da mosca per l'anno in corso; infatti è stato visto che più l'inverno è rigido e meno pupe riescono a sopravvivere e quindi meno saranno gli adulti che sfarfalleranno in primavera; le annate 2007 e 2014 sono infatti state caratterizzate da inverni miti, con gli altissimi livelli di infestazione in tutta la Toscana che tutti ricordiamo. Sul sito Agroambiente.info della Regione Toscana è possibile consultare gli andamenti climatici e le previsioni per le infestazioni da mosca.
Identikit della mosca dell'olivo
La mosca dell'olivo (nome scientifico Bactrocera oleae) è un Dittero della famiglia dei Tephritidae, parente della mosca domestica che tutti conosciamo, ma molto più piccola (l'adulto ha lunghezza di 4-5 mm e larghezza ad ali distese di 11-12 mm). Le caratteristiche più appariscenti sono una macchiolina scura sulla punta delle ali, il capo giallo fulvo con occhi verde metallico, il torace grigio con tre linee longitudinali più scure e l'addome di colore fulvo con tacche nere di grandezza variabile, che nei maschi è di forma rotondeggiante mentre nelle femmine è più allungato e termina con l'ovopositore, un organo a forma di pungiglione che serve a trafiggere l'oliva e deporvi le uova. |
Per approfondire:
Avversità dell'olivo e strategie di difesa in Toscana, ARSIA, 2010, scaricabile da http://agroambiente.info.arsia.toscana.it/agro14/docs/books/olivo.pdf (utile per capire meglio la biologia della mosca e i suoi predatori naturali, grazie anche alle molto foto).
Video sul ciclo biologico della Mosca dell'olivo: https://www.youtube.com/watch?v=OP_ufDBkN84
Agroambiente.info del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana (ex-ARSIA): http://agroambiente.info.arsia.toscana.it/arsia/arsia (servizio di monitoraggio sulla mosca attivo da giugno/luglio).
App per smartphone Agroambiente.info: scaricabile per cellulari Android da Playstore (ricerca per "Regione Toscana") (servizio di monitoraggio sulla mosca attivo da giugno/luglio).