Intervista a Graziano Bernini
GENTE DI MURLO
Graziano Bernini è al solito pacato e modesto, non sottolinea i mesi di lavoro che sono serviti per creare il monumento nella zona di Tinoni, dedicato alle vittime sul lavoro ma anche alla dignità e al valore dei mestieri e della loro importanza nella vita di oggi e nella storia dell'uomo. "Quando in dicembre mi hanno chiamato dal Comune e il sindaco Parenti mi ha commissionato un monumento mi sono sentito molto orgoglioso di poter realizzare qualcosa sul tema dei caduti sul lavoro. Mario Trefoloni che è rimasto vittima di un incidente mentre lavorava come elettricista era molto conosciuto e amato in paese e una strada a suo nome mi sembra una iniziativa molto bella. A me il compito di creare un'opera che parlasse del lavoro ma anche dei pericoli che può comportare, e dopo aver visitato il sito dove sarebbe stata collocata, la rotonda di Tinoni, mi è venuta in mente la saetta, in acciaio, che in qualche modo raccontasse quell'evento drammatico, e che potesse anche focalizzare l'attenzione e dirigere gli sguardi in alto verso il cubo in bronzo a quattro facce".
D - Cosa hai voluto dire con questa opera, Graziano?
"Ho voluto raccontare sia il rischio di molte attività lavorative, sia il loro valore e la loro importanza. E ho scelto alcuni simboli da incidere sul bronzo, un lato dedicato all'edilizia, uno all'elettricità, uno all'agricoltura, uno al lavoro in miniera. Il cubo in alto doveva secondo me appunto rappresentare anche delle attività che qui a Murlo sono parte della tradizione, come il lavoro alle miniere di Murlo e anche l'agricoltura appunto, e ho scelto di rappresentare le macchine agricole che sono nei nostri campi e nelle nostre aziende, che mi piaceva disegnare anche quando ero uno studente." Una inaugurazione molto sentita e partecipata da tutti, e un monumento che parla il linguaggio di uno dei grandi artisti di Murlo, che già anni fa ebbe in commissione un'opera che si trova nei giardini di via delle Rimembranze, dedicata alle decine di soldati della Seconda Guerra che partirono da Murlo e non vi fecero ritorno. Grazie a Bernini per riuscire a rendere il nostro paese un luogo di arte e memoria.