Lo strano sasso dell’orto di Stoppino...
NATURA DI MURLO
Uno dei nostri più assidui "fornitori" delle più strane pietre, piante e animali del territorio ci ha portato tempo fa dal suo orto un sasso rotondo spaccato in due, che mostrava all'interno tanti piccoli cristalli di un minerale non meglio identificato.
Il geode trovato nel suo orto alle porte di Vescovado di Murlo da Giotto Boscagli (più noto a Murlo come "Stoppino"). Nel geode, i cristalli di magnesite, di colore bianco-grigiastro traslucido, hanno un abito lenticolare e sono associati tra loro a costituire delle sfere (aggregati mammellonari). |
Abbiamo chiesto l'aiuto di Giancarlo Pagani, responsabile del Museo di Scienze della Terra del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena, che ha effettuato una serie di analisi per la determinazione del minerale. Grazie ad una diffrattometria a raggi X è stato possibile capire che si tratta di cristalli di magnesite, un minerale composto da carbonato di magnesio (formula chimica MgCO3).
E' un minerale non molto frequente, e ancora meno di frequente si presenta in "geodi", cioè in cavità nella roccia rivestite di cristalli. E' più facile invece trovarlo sotto forma di vene all'interno delle fratture nei corpi rocciosi.
L'origine del misterioso "geode" va ricercata nelle vicinanze dell'orto con le rocce verdi che compaiono da Lupompesi fino al paese di Vescovado, e cioè la serpentinite e il gabbro. Queste sono costituite in gran parte da silicati di ferro e magnesio e, a causa di circolazione di acqua nelle fratture della roccia, il magnesio può essere trascinato via per lisciviazione e ridepositarsi come carbonato in altre fratture. Nel nostro caso la roccia che conteneva questi geodi nel tempo si è sgretolata, liberandoli; i geodi, più duri del resto della roccia, sono rimasti integri e, trascinati dagli agenti erosivi si sono depositati a valle nei terreni circostanti la roccia di origine.
In tempi piuttosto "recenti" dal punto di vista geologico, e cioè nel Pliocene, il mare ricoprì tutta la Val d'Arbia arrivando a lambire Vescovado e Murlo, dove si formarono spiagge (gli attuali conglomerati ricchi di fossili marini che si trovano poco lontano dal paese), e depositi fini nelle parti di mare più profonde (le argille di Aiello e dello stesso orto di Stoppino). E' in questi sedimenti che è stato ritrovato il fantomatico sasso, arrivato lì dal disfacimento dei vicini affioramenti di gabbro e serpentinite.
Carta geologica semplificata di Vescovado, con evidenziato nel cerchio rosso l'orto della scoperta (da Geoscopio-Regione Toscana, modificata). |
La magnesite forma accumuli sfruttabili solo raramente, come nelle Alpi, dove esistono diversi giacimenti coltivati per l'utilizzo di questo minerale come refrattario nella fabbricazione di laterizi, rivestimenti di forni, isolanti, medicinali ecc.; la polvere di questo minerale viene anche usata sulle mani dagli scalatori, perché assorbe il sudore e favorisce la presa. Nella provincia di Siena esisteva una sola miniera di magnesite, coltivata in filoni nelle serpentiniti di Querceto (Casole d'Elsa) dalla Società Anonima Magnesite Val d'Elsa e attiva nei primi decenni del Novecento fino al 1931.
Bibliografia
Centro di Geotecnologie dell'Università degli Studi di Siena, Database geologico minerario, http://www.neogeo.unisi.it/dbgmnew
Betti C., Caselli L.,Pagani G. (2009). Risorse minerarie del senese: giacimenti, miniere e cave ieri e oggi, Etruria Natura, Vol.VI, 138-154.
Betti C., Guasparri G., Pagani G. (2001). Carta delle principali località di interesse mineralogico della Toscana meridionale. Carta tematica cm 80 x 68.
Betti C., Pagani G. (2000). La miniera di magnesite di Querceto (SI), Elsa Natura, 63-69.
Betti C., Pagani G. (2000). Minerali del senese. Cento località mineralogiche del Senese, Amministrazione Provinciale di Siena, Protagon Editori Toscani, Siena.