Notte dei Musei 2019

EVENTI

Il fascino di una visita notturna quando le cose esposte acquistano una veste nuova allorché si ha l'impressione che stiano sbucando per una sorta di magia dalla notte dei tempi. Strano, ma nel silenzio della sera quando si percepisce la sensazione che il Museo si chiuda addosso a chi lo sta visitando, si ha l'impressione che esista un qualcosa che voglia avvolgerlo in un'atmosfera ristretta per isolarlo dal contesto quotidiano facendo apparire le cose esposte più vicine al nostro tempo tanto da renderle quasi familiari. A quel momento iniziano a parlare raccontando una storia semplice quella narrata dalle cose di uso quotidiano già presenti oltre ventisette secoli fa, delle quali pur usandole di continuo non ti rendi conto nel farlo ma che ti accorgi di non poterne fare a meno solo quando non ci sono più.
Già, è proprio questo il lasso di tempo che ci separa da quando svolgevano ancora la loro funzione così simile a quella che le stoviglie attuali quotidianamente svolgono poiché portano ancora con se quell'impronta essenziale che ne fa riconoscere l'uso a cui erano destinate. Seppure la loro forma appartenga ad altri tempi e nel presente mostrino l'uso al quale erano destinate, conservano nel loro aspetto un "non so ché di criptico" di cui si percepisce la presenza ma che sfugge al nostro intendere attuale. Troppo tempo è trascorso da allora e l'emozione che oggi l'oggetto procura si può, senza timore di sbagliarsi attribuirla a quanto suscita nel saperla sopravvissuta così a lungo alla propria epoca. Una sensazione difficilmente da spiegare se non rimuovendo lo stupore legato alla sua vista. A ragionarci sopra e pur rischiando di ripetersi, non sfuggirà quel ruolo essenziale per nulla scalfito dal trascorrere dei secoli dove, pur conservando una cert'aura di mistero per possibili rituali sconosciuti ad esso legati, esplica ancora oggi una funzione analoga a quella originale.