Un’incredibile sorpresa
ARTE E TERRITORIO
Il compleanno trascorso pochi mesi fa resterà tra i più straordinari vissuti finora. Anche se la nostra piccola famiglia non ha potuto riunirsi al completo, ho avuto la fortuna di trascorrere la ricorrenza assieme a mia figlia oltre al piacere della visita di mia sorella che ha pensato bene di portarmi per regalo una bella schiacciata simile a quelle che faceva mia madre, per le ricorrenze speciali. Ma la sorpresa vera è saltata fuori scorrendo al computer la pagina delle notizie dove riappariva l'immagine di un allestimento realizzato nel 1994 e accantonato durante i lavori di ammodernamento della nostra Sede Comunale.
Vedere montate sulla parete di fondo della Sala Consiliare le due mani che liberano un volo di colombe è stato come fare un grande salto indietro nel tempo al momento della sua istallazione nell'atrio della medesima sala. A quella data non si parlava ancora dei futuri lavori di ristrutturazione della Sede Comunale, ma un evento come quello del cinquantenario della Liberazione del nostro territorio non poteva passare inosservato. Murlo venne liberato dalle truppe del generale Joseph de Goislard de Monsabert, tre giorni prima della città di Siena ovvero il trenta giugno del 1944. Per ricordare quell'evento la nostra Associazione Culturale, di concerto con l'Amministrazione Comunale di allora, si attivò affinché di quella data rimanesse una visibile memoria nel tempo.
Per non cadere nella facile retorica che spesso enfatizza in maniera impropria l'importanza dell'evento, ritenni che occorresse un riferimento più profondo per segnare il passaggio da un'epoca di costrizione ad un'altra dove la conquista della libertà potesse divenire realtà anziché restare per sempre utopia. Il ricorso a simboli facilmente riconoscibili sembrò l'idea giusta per visualizzare un simile concetto.
"Due mani aperte realizzate in lamiera nera e avvolte tra loro da un filo spinato. La scelta del colore nero per indicare i tanti oppressi senza nome intenti a liberare le uniche cose che non si possono legare: i pensieri e la speranza in un futuro migliore. Quindi un volo di uccelli in acciaio inossidabile a simboleggiare la libertà: quella vera, splendente che non ha prezzo ma che prende avvio dal sacrificio di tanti eroi oscuri."
L'opera di Luciano Scali realizzata nel 1994 per la vecchia sala del Consiglio Comunale in occasione del cinquantenario della liberazione di Murlo, recentemente ricollocata nella nuova sala consiliare. |
Questo, in poche parole, il messaggio che volevo trasmettere in occasione della ricorrenza di fatti avvenuti cinquant'anni prima e che avevo vissuto con gli occhi avventurosi di ragazzo senza comprenderli per quello che erano veramente ma dei quali avrei scoperta tutta la drammaticità solo in seguito, molti anni dopo.
Di quei giorni ricordo con chiarezza molti dettagli a partire dall'idea d'improvvisare un evento come lo scarno annuncio, stampato in proprio dall'Amministrazione Comunale, recitava. Fu deciso tra l'altro di effettuarlo in altra data, anziché quella dell'effettiva liberazione, ovvero il 25 luglio: il giorno della caduta del fascismo. Gli elementi decorativi vennero realizzati dagli amici della Ditta Lainox di Monteroni d'Arbia e posti in opera sulla parete dagli operai del Comune. La locandina ciclostilata per l'occasione prevedeva una serie d'iniziative con la partecipazione del Segretario Provinciale dell'ANPI di Siena che avrebbe presenziato alla inaugurazione del pannello, per finire poi con un rinfresco assieme ai partecipanti.
Le cose andarono però diversamente a causa del cattivo tempo che perdurò per tutta la giornata, cosicché ci ritrovammo in quattro persone soltanto a presenziare l'evento: il Sindaco Alessio Manetti, Alfiero Quercioli, il Segretario dell'ANPI Sandro Ugoletti e il sottoscritto. Visto che eravamo in quattro soltanto e che il tempo non accennava a migliorare fu deciso di fare la cerimonia lo stesso: coi soli presenti.
Quando eravamo ormai rassegnati a fare buon viso a questa inaspettata situazione accadde qualcosa che non potrò dimenticare: alla vista del filo spinato che nel pannello avvolge le due mani, Sandro Ugoletti si mise a piangere e, scusandosi con noi che lo guardavamo attoniti aggiunse che era impossibile spiegare l'effetto che la sua vista provoca in un sopravvissuto dai campi di concentramento nazisti. Oltre a rappresentare la barriera che lo divideva dalla libertà, il filo spinato significava per assurdo una via di fuga dalla detenzione per coloro che non sopportandone più gli orrori, preferivano farla finita gettandovisi contro per rimanere folgorati dall'alta tensione che lo percorreva.
Ricordo come per qualche attimo l'atmosfera abbia assunto un aspetto strano dove nessuno riusciva a parlare forse perché, come nel caso mio, era impossibile trovare le parole giuste che non turbassero la sacralità del momento. Poi qualcuno disse qualcosa che permise di rientrare nella normalità tanto da deciderci a far cena al ristorante dell'Albergo di Murlo che, essendo virtualmente chiuso di lunedì al pubblico, fece per noi uno strappo alla regola considerandoci ospiti dell'albergo stesso e servendoci una minestrina e degli spinaci lessi conditi.
A questo punto, terminati i ricordi di venticinque anni fa, vorrei sottolineare un altro dettaglio che potrebbe far riflettere sulla casualità con la quale determinati eventi si rinnovano a scadenze che sembrerebbero scelte apposta per sottolinearne l'importanza. La ricomparsa del pannello al pubblico sulle pareti della Sala Consiliare è avvenuta dopo venticinque anni dalla sua prima istallazione, ovvero a tre quarti di secolo dalla liberazione di Murlo. Questo verificarsi di eventi particolari a scadenze venticinquennali mi fa riflettere sul fatto che alla prossima probabilmente io non ci sarò e quindi non potrò sapere cosa accadrà di speciale quando il pannello ricorderà un evento avvenuto cento anni prima.
Mi scuso per questa conclusione dal sapore un po' melodrammatico, ma non ho saputo resistere alla facile battuta suggerita da eventi non comuni che, nel ripetersi a intervalli regolari li fanno apparire come fossero programmati.
Vorrei quindi ringraziare, assieme all'Amministrazione Comunale intera, tutti coloro che si sono adoperati affinché quanto sopra avvenisse e soprattutto, della sensibilità dimostrata nel ravvisare in quel materiale accantonato il messaggio di speranza affidatogli venticinque anni fa.
Il comunicato stampa del Comune di Murlo per l'inaugurazione dell'opera nel 1994. |