La sorgente che ride e la bella donna del bosco
STORIE DAL TERRITORIO
Era un pomeriggio di febbraio quando, passeggiando non lontano da casa in cerca di asparagi nati precocemente nel caldo inverno, ho fatto un paio di incontri davvero bizzarri. Come spesso capita a chi gira molto per altre nazioni e si trova poi a scoprire luoghi, viottoli, ruderi o altre curiosità a due passi da casa che non aveva mai notato, così io, quel giorno, mi sono imbattuto in due affascinanti figure mai viste prima.
Il primo incontro fu quello con una grande querce, bella, maestosa, imponente ma con qualcosa di grazioso e umano che non saprei descrivere. Aveva come l'aspetto di una bella donna che volesse abbracciarti dall'alto e, con questo pensiero, dopo aver scattato una foto, ho chiesto al nostro saggio del luogo, Luciano Scali, se ne sapesse qualcosa. Incredibile ma vero nel nostro magico comune capita proprio che Luciano sapesse davvero di che si trattasse; lo ha quindi riportato per tutti noi in questa rivista, in un suo racconto, "Incontri nella sera", uno di quelli da ascoltare vicino al camino di inverno e che vi invito a leggere".
Ignaro dei ricordi di Luciano, ma con questa sensazione di giornata surreale, attratto da uno strano richiamo, ho insistito con la mia ragazza per andare anche sul Crevole per provare ad avvicinarsi alla sua sorgente, anche se l'ora tarda non ci avrebbe mai permesso di raggiungerla prima che il buio ci impedisse il cammino. Ci siamo così avviati per un po' sul letto del torrente osservando le tracce delle ultime piene e alcune belle rocce per poi deciderci a tornare indietro prima del calare del sole, ma con la promessa di ritentare un'altra volta la ricerca della sorgente del nostro amato Crevole. O la nostra Crevole, al femminile, come la chiamiamo noi del luogo. Ed è stato allora che, nella stradina di ritorno che ho fatto tante volte da piccolo, mi sono imbattuto in una sorgente che rideva, mai vista prima.
Eppure non era un miraggio, da lì sgorgava dell'acqua in un piccolo incavo ed era tutto ricoperto di muschio ma con fessure come una bocca e due occhi sorridenti. Al contrario delle visioni di fantasmi dei racconti di fantasia, sono riuscito a fotografarla e non è scomparsa. Chissà se anche lei ha una storia, un segreto, se era una ninfa, una delle naiadi di Murlo che non abbiamo mai conosciuto appartenente alle Pegee, le ninfe delle sorgenti. O forse anche questo è un segreto che serba Luciano tra i suoi ricordi? Chissà. Magari lo scopriremo un'altra volta su queste pagine o vicino ad un camino, o quando torneremo a cercare la sorgente del Crevole.