MURLOCULTURA
n. 4/2006 |
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Cose pubbliche
Il giardino di Via Rimembranze di Luciano Scali |
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Alcuni
giorni fa, una giovane signora mi ha pregato di spendere due parole in
favore del giardino pubblico di Via delle Rimembranze, quello dotato di
giochini per ragazzi ed abbellito dalla fontana sul fronte strada. Mi
sono così trovato a difendere una realizzazione
dell’Amministrazione Comunale che a suo tempo avevo criticata non
certo con favore. Il mio pensiero di allora immaginava che il
costruendo giardino, data l’ubicazione nei pressi della scuola,
venisse dedicato alla memoria dei Caduti in guerra e vi fosse posta la
lapide con i loro nomi recuperata e custodita per decenni da don Mauro
in un locale attiguo alla Chiesa. Fu decisa una soluzione diversa che
prevedeva la costruzione di una fontana nella quale porvi la statua di
una bagnante donata al Comune dal suo Autore. Una scelta condivisa
dalla Giunta di allora, quindi assolutamente ineccepibile sotto ogni
punto di vista. Il giardino è così divenuto patrimonio
della Comunità e come tale dovrebbe essere considerato da tutti
i cittadini che ne usufruiscono sia per passeggiarvi, sostare o portare
i propri bambini a divertirsi con le attrezzature presenti. Purtroppo
le cose non stanno andando come previsto; basta recarvisi per
accorgersi che quanto realizzato per il godimento di giovanissimi e
anziani è divenuto il luogo ove portare i cani a fare i propri
bisogni. L’assortimento dei florilegi lasciati dalle povere
bestiole la dice lunga sulle abitudini poco civili dei loro padroni che
avrebbero solo l’imbarazzo della scelta per reperire spazi
più aperti ove condurre il cane per i suoi bisogni
anziché in un giardino pubblico. E’ vero che nelle
città esistono spazi all’uopo predisposti, ma
nell’ambito del nostro Comune non ritengo proprio che quanto la
natura mette a disposizione, sia insufficiente alla bisogna. Magari se
la persona proprietaria del cane non se la sente di spostarsi troppo,
potrebbe munirsi di paletta, guanti e sacchetto per raccogliere quanto
la bestiola si lascia dietro invece di rendere il giardino pubblico
alla stregua di una concimaia. In questo caso non me la sento di
volerne all’Amministrazione se, quando mi viene voglia di
frequentarlo, sono costretto a guardare bene dove metto i piedi. A
ripensarci su, vista la destinazione presa da quello spazio, il fatto
che non sia stato dedicato ai Caduti, attutisce la mia frustrazione.
Oltre al rammarico per la perduta memoria del loro sacrificio si
sarebbe aggiunto l’affronto dissacratore del suo uso improprio.
Un’ultima cosa vorrei chiedere al nostro Ufficio Tecnico:
predisporre per la periodica pulizia della fonte, liberandola dalle
alghe e facendo in modo che l’acqua scorra evitando di
ribattezzarla come “Fonte delle zanzare”… a meno che
non si pensi di farne un’aiuola ove trasformare la pudica
bagnante in novella Vispa Teresa. Standosene tra i fiori, “le
gentili farfallette” non le mancherebbero di certo! |
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