Il Murlotto: quando l’entusiasmo diventa un biscotto....
EVENTI A MURLO
Sono passati alcuni anni da una mia vacanza in Sardegna dalla quale, ricordo, tornai contagiato da alcuni aspetti dell’orgoglio sardo, dal loro attaccamento al territorio, tradizioni, cibo, musica popolare. Quest’ultima in particolare mi aveva fatto pensare che, da noi, non esiste quasi più la canzone tipica, non dico italiana, ma del territorio, musiche, stornelli di una volta, come l’ottava rima, tutte cose che stiamo perdendo, piano piano, nel tempo. Tornai quindi da questo viaggio con l’idea di proporre un concorso di musica tradizionale per Murlo, sonorità, rime o giri d’accordi che divenissero tradizionali nel nostro territorio nel futuro. Un’idea astratta, come tante, ambiziosa magari e di difficile attuazione, un’idea che ancora conservo ma che fu spenta già agli albori nel poco entusiasmo che trovai quando ne parlai ad amici e conoscenti. Ben diverso è stato invece quanto è successo per un dolce. Era la fine di maggio, quando in tv mostrarono la nuova pubblicità del Mulino Bianco che iniziava con una ripresa dal museo etrusco di Murlo, inquadrando il paesaggio sottostante. Parlando su Facebook di questa circostanza, mi tornò in mente un’altra delle mie fantasie, quella del dolce tipico di Murlo, un pietanza, un cibo che fosse tipico del nostro territorio, come ce ne sono tanti in Italia e nel mondo… ma che noi non abbiamo. Non per forza, un prodotto deve essere tipico se esiste da molto tempo; se non c’è, lo possiamo creare. Basta che sia qualcosa di veramente valido e con un significato reale di collegamento al territorio, ai suoi prodotti. Magari, se tutto va bene, sarà tipico tra cento anni. Lanciando quindi l’idea sul social network, stavolta, nacque subito un interesse divertito e contagioso di molti amici ed in poco tempo fu deciso che il nuovo dolce doveva essere un biscotto. Iniziarono anche le proposte dei nomi, alcuni davvero divertenti: dal Murlino Bianco, al Gran Vescotto (“Un Murlo di piacere” – di G. Pizzichi), il Crevoulevant ecc.. Chiesi quindi a Barbara, del panificio Mazzeschi, di pensare a qualche ricetta per proporlo, magari per Bluetrusco, il festival di Murlo dedicato agli etruschi, che sarebbe iniziato a breve. Barbara disse che ci avrebbe pensato ma, con il poco tempo a disposizione per via degli impegni di lavoro, non poteva promettere nulla. Non la sentii fino al giorno precedente alla mia presenza a Bluetrusco al banchino di Slowfood Siena, con cui ci eravamo impegnati per fornire alcune serate di degustazione. Barbara mi chiamò e mi disse: “Allora i biscotti sono pronti, te li porto domani”. Rimasi davvero colpito e felice; pensavo che ormai l’idea fosse morta, come molte altre, invece Barbara l’aveva portata avanti, si era fatta fare uno stampo in rame a forma del “Cappellone” di Murlo da Boby, il fabbro del paese, e aveva creato un biscotto contenente il miele e l’olio di Murlo. Per avere qualcosa di davvero particolare e tipico, era anche nata l’idea di usare farina della fagiola di Venanzio [1], il fagiolo che la famiglia Brogi di Lupompesi coltiva da oltre 150 anni, ma la difficoltà di autoprodursi la farina ed in così breve tempo, ci ha fatto rimandare questo proposito al prossimo dolce da inventare. Per questo biscotto, comunque, è stata usata una farina di tipo 1 di grano antico [2], il Verna, per non cadere nella banalità delle comuni farine commerciali raffinate. Mancava allora solo il nome e, sempre su internet, nacque l’idea di proporre un sondaggio tra i primi degustatori alla serata di presentazione a Bluetrusco. Il nome che è stato scelto a gran maggioranza è il MURLOTTO, un nome davvero azzeccato, e va detto che il biscotto è davvero ottimo, con un perfetto bilanciamento degli ingredienti che sono in grado far apprezzare il miele di acacia al primo morso, per poi lasciare spazio ad una leggera sensazione di olio sul finale.
Fig. 1. I Murlotti, i biscotti con la forma del “cappellone” di Murlo. |
L’entusiasmo per questo nuovo prodotto di Murlo è stato davvero grande e si è potuto misurare dal numero di visioni e condivisioni delle foto messe in rete nella pagine facebook di Slowfood Siena e Associazione Culturale di Murlo, dove ha raggiunto le 2500 visite in poco tempo e molte condivisioni! Non solo un interesse virtuale su internet, comunque, ma anche reale, viste le numerose richieste del nuovo biscotto che sono iniziate ad arrivare al panificio. Auguri allora, e lunga vita al Murlotto e all’entusiasmo del territorio.
di Nicola Ulivieri - www.nicolaulivieri.com
Fig. 2. Barbara e i Murlotti al banco di Slowfood Siena al Festival Bluetrusco appena trascorso. |
Fonti citate o consultate
[1] La fagiola di Venanzio, Murlo Cultura n.5, 2011.
[2] Per approfondimenti sui grani e le farine, vedere Pane Amore e Celiachia, Murlo Cultura, n.3/2010 (parte 1), Murlo Cultura n.4/2010 (parte 2), Murlo Cultura n.6/2010 (parte 3).