L’assurda gestione fluviale
ATTUALITA'
Come molti sapranno, da circa due anni molte persone si stanno battendo nel nostro territorio per una corretta gestione fluviale e per evitare lavori progettati in modo approssimativo o casuale [1] che possano compromettere definitivamente alcuni nostri torrenti, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello ambientale, azioni che possano cioè compromettere sia la fruizione turistica sia la tutela di ecosistemi e specie protette o a rischio [2, 3].
Sebbene la minaccia della costruzione di briglie (sbarramenti trasversali in pietre bloccati a calcestruzzo) e riprofilature su Crevole e Crevolicchio sia al momento scongiurata per la mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dei progetti - oltre alla forte protesta di professionisti, associazioni, mondo accademico, parti politiche e tanti cittadini - altre minacce arrivano ora dalla manutenzione ordinaria. Per quanto riguarda il primo punto, la mancanza della VIA è stata confermata da una risposta ad una interrogazione alla Commissione Europea [4] che prova, dopo molti mesi, quanto veniva denunciato da WWF in primis, comitato Amici del Crevole e da altre associazioni. Sulla base di tale conferma è seguita una richiesta politica di spiegazioni in Regione Toscana [5].
Per quanto riguarda il secondo punto, cioè la manutenzione ordinaria, i problemi dovuti ad un approccio decisamente contestabile del Consorzio di Bonifica non sono certo inferiori per i risvolti sulla sicurezza idrogeologica e sugli ecosistemi.
Fig.1. Immagini del recente intervento sul torrente Stile, dove alberi sani che avevano resistito alle precedenti alluvioni non hanno resistito a tagli incomprensibili. Incomprensibili da un punto di vista di sicurezza idrogeologica, ma forse comprensibili se si considera l'appalto da diverse decine di migliaia di euro, oltre ai quali si aggiungono gli introiti dalla vendita del legname. La prima foto in alto mostra bene una sponda ripidissima lasciata totalmente priva di vegetazione, che sarà soggetta a erosione e forse anche a frana al prossimo evento importante. |
Un esempio del metodo di lavoro di questo ente lo abbiamo avuto con i tagli e la riprofilatura del torrente Stile alla fine di ottobre, che molti avranno osservato passando dal ponte sulla strada tra Vescovado e Monteroni. Come si vede dalle foto in fig. 1 è stata quasi completamente eliminata la vegetazione ripariale, sono stati tagliati alberi sani di grandi dimensioni che avevano resistito alle precedenti alluvioni ed è stato modificato l'alveo fluviale riprofilandolo, passando pure con mezzi meccanici nel letto del torrente. Questi lavori sono costati alla comunità circa 80.000 euro [6,7] !! Come si giustifica una tale distruzione in mezzo a campi coltivati, dove non ci sono costruzioni e dove quindi l'acqua dovrebbe essere lasciata libera di espandersi perché ne arrivi meno e più lentamente a valle? Come si giustifica un costo così esorbitante per questo tipo di interventi? Senza considerare poi i guadagni privati dalla vendita del legname (pubblico) di cui si ignora l'entità ma che sono senz'altro considerevoli se si pensa ai numerosi viaggi di camion di enormi dimensioni carichi di cippato che sono passati da Aiello a Vescovado durante l'intervento, e se si osservano le dimensioni e la quantità degli alberi tagliati, tra cui ci risultano figurare anche salici e pioppi; salici e pioppi utilizzati da secoli proprio per la stabilità delle sponde dei torrenti come vedremo tra poco, ma ora fatti sparire senza evidente motivo.
Dicevo prima del pericolo creato con questi lavori, un'affermazione in apparente contrasto con i roboanti comunicati politici nazionali, e soprattutto regionali, che promuovono queste pratiche e incentivano i consorzi di bonifica a portarle avanti con ingenti fondi pubblici. Non lo scrivo come affermazione personale ed emotiva, lo affermo perché esiste una nutrita documentazione scientifica ed esperienze passate.
Il contrasto più eclatante tra i lavori attuali e quella che dovrebbe essere la corretta gestione fluviale lo troviamo, ad esempio, in una delibera della Regione Toscana di 20 anni fa e in due opuscoli educativi del 1998 e del 2007. Nella delibera del Consiglio Regionale D.C.R. 155/1997, in particolare, al punto 7, venivano chiaramente indicate come dannose le pratiche di artificializzazione degli alvei fluviali e, tra le "Opere non ammissibili", si legge chiaramente che [8]:
"Dovrà di norma essere evitata la realizzazione di interventi che prevedono:
- [...];
- rettificazioni e modifiche dei tracciati naturali dei corsi d'acqua;
mentre la rettifica e la riprofilatura sono proprio ciò che viene fatto sistematicamente, addirittura facendo transitare i mezzi in alveo. Ancora più sconcertante è leggere il libretto educativo "Amico Fiume" pubblicato per le scuole nel 1998 dall'Amministrazione Provinciale di Siena, Assessorato alla Protezione Civile, e Legambiente [9,10] dove, con fumetti disegnati da Alvalenti, si mostrava anche ai bambini che imbrigliare i fiumi era considerato un affare da speculatori senza scrupoli e che era preferibile, per evitare danni a cose e persone, lasciar scorrere il fiume nell'alveo naturale.
Fig. 2. Immagini tratte dal libretto "Amico Fiume" del 1998 dove si insegna che la rettifica dei torrenti e fiumi è causa di alluvioni e dissesto idrogeologico e che questo tipo di lavori è promosso da persone che ci vogliono ricavare facili e ingenti guadagni. |
Ancora nel 2007 veniva pubblicato un altro libretto-guida intitolato "Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico", prodotto da Protezione Civile Nazionale e Legambiente, dove si ribadisce la dannosità di operazioni di artificializzazione dei fiumi e torrenti [11].
Cosa è cambiato allora negli ultimi venti anni nella Regione Toscana per dimenticare queste direttive ed ignorare il pericolo che può derivare dalla modifica artificiale degli alvei fluviali senza un adeguato piano a livello di bacino? Cosa è cambiato per ritornare indietro nel tempo ed effettuare gli stessi errori di decenni fa?
Si possono cambiare le leggi politiche ma non è possibile cambiare le leggi fisiche e dell'idrodinamica.
Se andiamo ad osservare le esperienze di una zona che ha affrontato vari alluvioni, come la città di Boulder negli Stati Uniti, vediamo come la tecnica di costringere i torrenti in un canale artificiale sia ormai considerata una soluzione sorpassata ed inefficace, se non addirittura dannosa, tanto da scriverlo in cartelli in un percorso didattico. Il cartello in fig. 3, dal titolo Let It Flow (lascialo scorrere), dice che per una soluzione efficace alle alluvioni vanno tolte case e strutture dalla piana alluvionale e ricreati spazi naturali lungo i torrenti (greenway), evitando la costruzione di briglie, dighe o percorsi obbligati e cementificati. Queste affermazioni sono conseguenti a decenni di studi che hanno visto coinvolti l'U.S. Army Corps of Engineers e citano quello che è considerato il "padre della gestione delle alluvioni", il Dr. Gilbert White (University of Colorado) [12,13] a cui è dedicato un monumento nella città di Boulder, il "Gilbert White Memorial Flood Level Marker", l'indicatore del livello di alluvioni in sua memoria [14].
Fig. 3. Cartello nel fiume di Boulder che documenta come l'artificializzazione dei torrenti sia una soluzione considerata vecchia e non efficace. Per la sicurezza devono essere preferiti percorsi naturali evitando mura di delimitazione e briglie/dighe (foto e segnalazione R. Stratton). |
Senza scomodarsi oltre nella citazione di eminenti esperti stranieri, possiamo rientrare nel nostro comune di Murlo dove, già circa 400 anni fa, si scriveva che i salici e pioppi - i quali vengono ora barbaramente eliminati dagli alvei fluviali - venivano invece piantati proprio per consolidare gli argini. Come si legge su Murlo Cultura nel 2007 e nel 2017 [15,16], i documenti dell'Archivio Arcivescovile di Siena [17] riportano una disputa su un terreno alle Miniere di Murlo dove viene citato un antico contratto del 15 ottobre 1650 in cui si dichiara "che detto signor Pievano abbia libero il jus pascendi, e maestro Pietro solo sia il padrone in detta terra piantare salci e oppj, et altri arbori per ritenere il terreno [...]"; insomma, piantare salici e pioppi per ritenere il terreno, invece di toglierli, era sempre stata la cosa corretta da fare... finora. L'eliminazione della vegetazione ripariale, inoltre, non crea solo un danno alla sicurezza degli argini; dalla Scuola Sant'Anna di Pisa, arriva ora la conferma del suo ruolo sul disinquinamento delle acque: cannucce e salici non solo riducono il carico organico che esce dai depuratori ma svolgono un ruolo importante nell'abbattimento di microinquinanti, tipicamente presenti a valle di un depuratore in quanto "sfuggono" al sistema di trattamento [18].
Come accennavo precedentemente, la problematica dell'approccio dei consorzi di bonifica alla gestione dei fiumi non riguarda solo Murlo o la Toscana, ma l'intera nazione. Alcune parti politiche stanno soffiando sul fuoco con errate comunicazioni ed esternazioni ricche di inesattezze e che ignorano totalmente la normativa comunitaria e nazionale approfittando dell'onda emotiva dovuta alle recenti alluvioni per continuare a finanziare pratiche ormai chiaramente errate [19]. A seguito di queste esternazioni politiche, anche il Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, come riportato a pag. 4 di questo giornale, ha espresso la sua autorevole posizione contro queste pratiche con un recente comunicato stampa dove si legge, a proposito del rimuovere gli alberi dagli alvei fluviali: "Peccato che lo si sia fatto per decenni e spesso lo si continui a fare, causando non solo ingenti danni all'ambiente, ma spesso anche un aumento del rischio per le popolazioni. Canalizzare i fiumi non è la soluzione, ma parte del problema. [...]".
Quindi, da qualunque lato si guardi, che siano normative e direttive toscane di anni fa, che siano esempi di studi nazionali o internazionali di consolidata esperienza e validità, o che siano conoscenze storiche del nostro territorio, l'attuale metodo di asportazione della vegetazione dall'alveo fluviale con riprofilatura è completamente sbagliato e si figura come una possibile futura causa di dissesti.
Le soluzioni sono altre, sono il permettere ai torrenti di espandersi in piane naturali non abitate, lasciare ovunque possibile che la vegetazione ripariale rallenti i deflussi così da limitare l'erosione e conseguenti dissesti a valle, evitando che l'acqua si scarichi con forza su ponti e altre strozzature vicine alle abitazioni; ponti che sono stati troppo spesso costruiti con la sola logica del risparmio, e abitazioni edificate senza lungimiranza in piane alluvionali dove, prima o poi, l'allagamento è inevitabile. Vanno inoltre seguite le normative nazionali e attuate le direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE, come propone il CIRF nel comunicato sopra citato, "promuovendo la delocalizzazione di beni esposti, arretrando le opere di difesa e restituendo più spazio ai fiumi, non certo in nome di un "ambientalismo da salotto", ma proprio per ridurre il rischio per la popolazione".
Per sensibilizzare l'opinione pubblica su queste problematiche è stata organizzato un presidio l'8 dicembre a Siena, organizzato dal WWF e sostenuto da molte associazioni e comitati oltre che da cittadini, che hanno partecipato numerosi. Il presidio ha denunciato l'operato dei Consorzi di Bonifica e della politica degli enti che lo promuovono; è stata solo una prima azione di una campagna che vuole coinvolgere l'intera regione ed estendersi a livello nazionale, e che è continuata a Natale con l'invio di cartoline di auguri ironiche in cui erano riportate le immagini di alcuni degli interventi eseguiti sui corsi d'acqua.
La gestione fluviale secondo Leonardo Anche Leonardo da Vinci si occupò di gestione dei fiumi. Nel Codice Leicester Leonardo ricerca e propone soluzioni efficaci per impedire che i corsi d'acqua producano danni agli argini, alle fondazioni dei ponti e alla stabilità delle pescaie. In particolare Leonardo raccomanda di non contrastare la corrente, ma di assecondarla modificandone gradualmente la direzione: Il fiume che s'ha a piegare da uno in altro luogo deve essere lusingato e non con violenza aspreggiato |
Riferimenti e fonti citate
[1] Parere dell'Ordine dei Geologi della Toscana (11/05/17): http://www.wwfsiena.it/site/images/WWF/PDF/2017-05_23_maggio_2017_Crevole_allegato.pdf
[2] Briglie sul Crevole e Crevolicchio: un riepilogo dei fatti, di Nicola Ulivieri, in Murlocultura 4/2017.
[3] Torrenti naturali in Toscana a rischio cemento, Nicola Ulivieri per Giustizia Ambientale, http://www.giustiziambientale.org/torrenti-naturali-in-toscana-a-rischio-cemento
[4] Risposta Commissione Europea all'interrogazione: http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-8-2018-004451-ASW_IT.html
[5] Interrogazione regionale M5S, rif: I.O. n. 781 "Violazione della direttiva europea da parte della Regione Toscana per mancato assoggettamento alla valutazione d'impatto ambientale (VIA)", 12 nov 2018: http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/crt/interrogazioni/10/IO0781.pdf.
[6] Bando Consorzio di Bonifica 6 Toscana sud per i lavori sul torrente Stile e affluenti: http://www.cb6toscanasud.it/cms/index.php/bandi-di-gara/40-gare-lavori/1433-procedura-negoziata-per-l-affidamento-dei-lavori-di-cui-alla-perizia-n-135-interventi-di-manutenzione-ordinaria-sul-reticolo-di-gestione-del-consorzio-6-toscana-sud-torrente-stile-fossi-dei-cinaioli-e-muraglione-comuni-di-murlo-e-monteroni-d-arbia
[7] Costo dei lavori di cui alla nota precedente: http://www.cb6toscanasud.it/cms/images/Gare/P%20135/P135%20-%20Esec%20-%20All.%20I.1%20-%20Analisi%20dei%20prezzi.pdf e appalto aggiudicato alla ditta Di Sorbo Antonio di Rapolano Terme: https://www.pa33.it/pa33-web/allegati/55709/0?callback=?
[8] D.C.R. 155/1997, https://drive.google.com/file/d/0B2-1g21R-Lt6V3lobjBRMElwdUU/view
[9] Il tradimento della Regione Toscana nella politica dei fiumi, comitato Amici del Crevole: https://amicidelcrevole.wordpress.com/2017/07/03/il-tradimento-della-regione-toscana-nella-politica-sui-fiumi
[10] Amico Fiume, opuscolo a cura di Legambiente Toscana e provincia di Siena: https://drive.google.com/file/d/1PLAFQslY3saTOKMu7V5fNLnf1m2rWTGy/view
[11] Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico, Legambiente e Protezione Civile Nazionale, 2007; scaricabile da http://upload.legambiente.org/blogs/Libro_protCivile_buonepratiche_0000001113.pdf
[12] Boulder's floods and flood management: past & present, Silvia Pettem, City of Boulder, 2016: https://www-static.bouldercolorado.gov/docs/Boulder_Flood_History_2016-1-201606030930.pdf
[13] Boulder Creek Restoration Master Plan – Master Plan Report: https://www-static.bouldercolorado.gov/docs/Boulder_Creek_Restoration_Master_Plan_-_ICON_2015-1-201610280929.pdf
[14] A G.White è dedicato un monumento a Boulder, il "Gilbert White Memorial Flood Level Marker", https://hazards.colorado.edu/gilbert-f-white/memorial
[15] Sull'origine del mulino detto "il Sasso Bianco", di G. Botarelli, Murlo Cultura 1/2007.
[16] I resti criptici su Crevole e Crevolicchio al villaggio della Miniera, di Luciano Scali, MurloCultura 2-3/2017.
[17] Archivio Arcivescovile di Siena, Cause Civili 5138, n. 54.
[18] Acque reflue: salici e cannucce di palude riducono inquinanti organici e composti farmaceutici negli impianti di trattamento. Studio dell'Università di Pisa e dell'Istituto di Scienze della Vita del Sant'Anna, https://www.santannapisa.it/it/news/acque-reflue-salici-e-cannucce-di-palude-riducono-inquinanti-organici-e-composti-farmaceutici
[19] Progetto di legge n. 260 "Disposizioni per la manutenzione degli alvei dei fiumi e dei Torrenti"presentato alla Camera il 23 marzo 2018: http://www.camera.it/leg18/126?tab=1&leg=18&idDocumento=260